La storia- Parte 1a

I Navigli

Nel 1179 comincia la costruzione di un canale che prende le sue acque dal Ticino e nel 1187 si parla di un Naviglio nel territorio di Trezzano proveniente da quel fiume. Non si sa chi progettò il più antico canale milanese anche se, secondo il Celona-Beltrame (1), la coincidenza della costruzione del naviglio, più propriamente cittadino, con le opere difensive di una Milano minacciata dal Barbarossa, potrebbe far pensare a Guglielmo da Guintellino, che presiedeva in quegli anni alle opere di architettura militare.

I corsi d´acqua artificiali cambiarono nome più volte: il canale derivante dal Ticino, chiamato fin da principio Navigium, in quanto navigabile, fu detto ora Naviglio di Abbiategrasso, ora di Gaggiano, ora Naviglio Grande.

E´ luogo comune pensare che il Naviglio Grande sia stato navigabile sin dall´origine, invece, solo nel 1269, sotto la direzione del maestro Giacomo Aribotto, si procedette all´ampliamento ed approfondimento del suo letto, rendendolo adatto alla navigazione. Inizialmente il suo corso era ostruito da chiuse stabili, poste a scopo di derivazione che vennero poi sostituite, per rendere navigabile il canale, con levate e con aperture o bocche nei fianchi del corso d´acqua.E´ infatti negli Annali Milanesi che si dice: " le notizie sicure dell´introdottavi navigazione si hanno dalle carte dell´Archivio di Chiaravalle una delle quali scritta nel 1271 ci dà a divedere essere stato di quell´anno il nuovo canale non solamente accresciuto di acque per comodo di molini e dell´irrigazione, ma frequentato ancora da navi."


Non si ha nessun dato sicuro per valutare il costo della costruzione in quanto molte opere furono eseguite dai singoli Paesi che consideravano un vantaggio la via di navigazione verso Milano. Molti interventi vennero fatti dai proprietari dei terreni attraversati dal canale per averne in compenso concessioni d´acqua a scopo di irrigazione.


1) T.Celona-G. Beltrame, I Navigli milanese, Storia e prospettive, Milano, Pizzi editore, 1982.