La protesta di duemila ciclisti:«Riaprite la pista sul Naviglio»

Manifestazione del popolo delle due ruote tra Bernate e Boffalora. «Chiediamo la messa in sicurezza della strada»

MILANO – Duemila persone in marcia per chiedere la riapertura della pista ciclabile sul Naviglio Grande. Un serpentone lungo più di mezzo chilometro, che si è snodato ieri mattina per circa un' ora sul tratto dell'alzaia fra Bernate Ticino e Boffalora, dove il Parco del Ticino ha vietato la circolazione. Una protesta nata dalla società civile e che tale è rimasta: niente bandiere politiche (anche se i politici presenti erano numerosi), né slogan o megafoni. Solo il gesto eclatante di disobbedienza civile: sotto gli occhi di tre pattuglie di guardiaparco e di quelle dei vigili e dei carabinieri, la gente ha superato gli sbarramenti e percorso il sentiero sfidando il divieto e la multa di 51 euro. Nessuno è stato fermato.

In cammino anche i sindaci di Boffalora sopra Ticino e di Bernate, Curzio Trezzani e Osvaldo Chiaramonte, il senatore della Lega nord Massima Garavaglia, l'assessore provinciale ai trasporti Giovanni De Nicola, il segretario del Pd di Magenta Paolo Razzano e Carlo Borghetti, candidato del Pd alle regionali. La presidente del Parco del Ticino, Milena Bertani, non ha sfilato, ma si è presentata, alla manifestazione, ad ascoltare le proteste di cittadini e imprenditori. «Comprendo l'amarezza, ma noi ci siamo limitati a rispettare la sentenza di un giudice» precisa la Bertani, che ha annunciato anche l'arrivo sul canale di «salvagenti e scale di risalita, che permetteranno la riapertura ai pedoni».

Per le bici, la questione è complessa. «Entrano in gioco troppi enti: Regione, Parco, Provincia, Consorzio Villoresi, Soprintendenza, che si fanno lo scaricabarile» sintetizza il senatore Garavaglia, che martedì presenterà un'interrogazione parlamentare. Massimo Calcaterra, titolare del noleggio di bici Doctor Bike, sta pensando a un'azione legale per «mancato guadagno » insieme agli altri commercianti. «Nelle prossime settimane abbiamo già la prenotazione di quattro classi di un liceo di Como e di un gruppo di turisti di Rovigo e ora non sappiamo dove portarli» spiega l'imprenditore. Marco Di Zinno, 33 anni, tra i primi a organizzare la protesta su Facebook, ha preparato una petizione sottoscritta da più di cinquecento persone. Chiede alla chiede alla Regione di stanziare i fondi per mettere in sicurezza l'alzaia e di non multare chi deciderà di passarci.

Da Corriere.it – Giovanna Maria Fagnani