GP Australia SBK: si comincia da Checa

Eccellente prova dello spagnolo che ha preceduto Fabrizio. Quattro Ducati ai primi cinque posti. Solo Haslam, terzo, si inserisce. Biaggi sesto

Phillip Island – È stato un debutto pieno di emozioni, cadute, adrenalina. Se il buon giorno si vede dal mattino, immaginate quante cose racconterà la Superbike 2010 da qui al 3 ottobre a Magny Cours. Il primo lampo è stato firmato da Carlos Checa, cioè un privato che si mette dietro quattordici ufficiali di sette case diverse. Michel Fabrizio gli è arrivato sotto – appena sette millesimi – ma è rimasto dietro. La Ducati, tra privati ed ufficiali, ha piazzato quattro moto nelle prime cinque posizioni ribadendo il predominio tecnico già sancito dai test della settimana scorsa. L'unico ad inserirsi è stato Leon Haslam, terzo con la Suzuki. Max Biaggi, sesto tempo, si è rovinato il pomeriggio cadendo in apertura di qualifica, come James Toseland che ha il polso sinistro dolorante ma per fortuna non fratturato. Shane Byrne, cercando in extremis di superare il compagno Checa, è volato via all'ultima curva rialzandosi intero per miracolo.
I danni più grossi li ha fatti la BMW: tra mattina e pomeriggio Ruben Xaus è scivolato tre volte e anche Troy Corser è caduto tentando di scalare la top ten.
Cerchiamo di mettere ordine. L'asfalto caldissimo (51°C!), pregiudicando l'aderenza, ha tradito parecchi. Ad aprire la serie di scivolate (alla fine saranno sette, da sommare alle quattro delle libere) è Jakub Smrz imitato poco dopo da Max Biaggi che perde l'anteriore al tornantino in discesa. L'Aprilia ha montato il motore evo (distribuzione ad ingranaggi) su entrambe le RSV4 del romano, quindi è questo punto è scontato che verrà utilizzato anche nelle due manche.
Poi comincia lo Xaus show: lo spagnolo scivola dopo sette minuti, rialzandosi senza danni fisici. In due sessioni (due ore) ha compiuto appena dieci giri (sei nelle libere, quattro nelle ufficiali) gettando lo sconforto nel box. "Che devo dire? È stata una giornata difficile – ha ammesso il neo ds Davide Tardozzi – Preferisco guardare il bicchiere mezzo pieno, cioè la bella prestazione di Troy Corser che è stato velocissimo nei primi due intermedi e aveva in mano il sesto-settimo tempo". Invece anche l'australiano è scivolato allo stesso tornantino concludendo la sessione in sedicesima posizione. Tardozzi a fine prove ha dovuto incassare anche la battuta di Michel Fabrizio che, passandogli accanto nel paddock, gli sussurato: "Davide, so che qui fuori dal circuito c'è un concessionario BMW, se ti serve qualche pezzo serviti lì". Tardozzi l'ha presa sul ridere…
Carlos Checa ha dato la zampata al diciassettesimo minuto della sessione da un'ora segnando 1'32"155 rimasto insuperato fino alla fine. Lo spagnolo ha una spiegazione. "Ho attaccato quando la pista era più fresca, roba di 3-4 gradi che però con queste gomme fanno parecchia differenza". Quasi allo scadere Checa ci ha riprovato ma ha perso l'anteriore alla curva due "perché forse ho preso una buchetta e la 1098R mi è partiva via davanti. Sono felice per il primo posto perché il team Althea è nuovo e ci tiene a farsi notare. Io invece guardo al passo gara, che è molto sostenuto. Sono convinto di potermela giocare anche se in rettilineo le quattro cilindri mi fulminano".
Fabrizio ci teneva a piazzare la Ducati ufficiale davanti ma non c'è stato verso "Perché nel curvone ho preso un avvallamento, la moto ha cominciato ad ondeggiare e ho dovuto togliere un attimo il gas perdendo l'attimo decisivo. Comunque va bene così, ho cancellato la prima sessione che mi aveva buttato un po' nel panico. Mi hanno fatto provare il "gommone" (quello da 200, ndr) ma non mi piace e sono anche caduto". Manco a dirlo, sempre al tornante in discesa.
Haslam è terzo e basta affacciarsi alla pista per capire qual è il punto di forza della Suzuki K10: il pilota! Leon guida come un ossesso e se va avanti così sarà un bruttissimo cliente per tutti. Non dimentichiamo che anche a Valencia e Portimao aveva girato fortissimo.
Non dite a Shane Byrne che con l'elettronica di oggi le cadute high side sono scomparse. Il britannico, cercando di balzare davanti, ha perso aderenza all'ultima curva e la Ducati lo ha sparato in aria. L'atterraggio è stato molto brusco, Shane è rimasto immobile per alcuni secondi ma per fortuna non si è rotto niente.
La lista dei delusi è già fitta di nomi. La Honda si è ritrovata solo settima nonostante Rea si sia speso molto, cercando anche di prendere qualche scia. Neukichner è solo: diciottesimo. La Yamaha ha chiuso la giornata con Crutchlow decimo e Toseland tre posizioni più indietro: i temponi di Spies sono già un ricordo remoto. Sulla R1 sono stati rimontati serbatoio e sella 2009 perché quelli nuovi, costruiti in un pezzo unico in carbonio, si sospetta che abbiamo peggiorato il bilanciamento della moto. Ma è solo una supposizione, non ancora una certezza.
L'Aprilia, caduta di Max a parte, ha dimostrato complessivamente un ottimo potenziale, anche con Camier (undicesimo) molto efficace nei primi due settori ma non ancora a posto nel velocissimo tratto finale. Il talento di Vermeulen, salito nel finale in dodicesima posizione, ha nascosto i problemi della Kawasaki, che sono ancora gravi. Il male nascosto della ZX-10R potrebbe essere la gestione elettronica un po' troppo invasiva, come si percepisce chiaramente da bordo pista. Forse basterebbe pigiare il tasto giusto sulla tastiera del computer…