Folla inattesa per gli stati generali dei 180 comitati.

Il «Puccini» laboratorio civico
per centinaia di comitati

MILANO – Un forum di cittadini che, per come nasce, è già destinato a fare storia. Ieri sera, nel teatro Elfo Puccini — il «Teatro Civico » come lo chiamano qui in Buenos Aires, perché realizzato sulla scia di una insurrezione di quartiere che lo difese da manovre speculative —, con i portavoce di centottanta comitati cittadini sono state gettate le fondamenta di un Laboratorio Civico. Serata con sorpresa: tanta la gente che si è dovuto cambiare la sala — dalla piccola «Bausch» da cento posti alla «Fassbinder » da trecento «poltrone» e gente in piedi—e spostare l’apertura dello spettacolo. Ospite non annunciato, in prima fila, il sindaco Letizia Moratti. Spartana la scenografia. Al centro davanti alle gradinate, poche sedie per intervistatori e intervistati. A turno due, tre portavoce chiamati a discutere di temi locali, movida, traffico, servizi, periferie.

Temi ai quali il comitatismo organizzato in coordinamenti, reti e movimenti, che da vent’anni è tutt’uno con lo spirito ambrosiano del fare, ha dato un respiro «universale », metropolitano. Ad accogliere gli ospiti, chiamati a discutere del «Manifesto per Milano. Proposte per il futuro della città», c’era l’amministratore delegato di Theatriditalia, Fiorenzo Grassi. Poi, come per ogni commedia un prologo, con i testi di Luca Doninelli recitati da Cristina Crippa: testi per raccontare lo splendore di Milano, la città che (forse) era, leitmotiv che torna nelle proteste dei comitati e nelle loro istanze, e la Milano dei simboli che non sono più la Madonnina e il panettone ma «la borsetta», metafora dello shopping sfrenato e compulsivo.

 

L'intervento di Giangiacomo Schiavi (Fotogramma)
L'intervento di Giangiacomo Schiavi (Fotogramma)

Per finire con un «mò che facciamo» alla Bramieri. Le luci si spengono e si riaccendono. Secondo atto, protagonisti loro, i cittadini. Chiamati a tre a tre, per tema: la movida, il traffico, le biciclette, il rumore, l’inquinamento, intervistati da Salvatore Crapanzano, uno dei portavoce del Coordinamento dei comitati, dal vicedirettore del Corriere della Sera, Giangiacomo Schiavi, da Carlo Montalbetti, consigliere comunale. Presenti il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri, per le istituzioni. Racconta Emilia Dragonetti delle tante mille nuove centralità urbane, con i quartieri neonati, dalla Bicocca ad Adriano Uno e Adriano Due, dal Rubattino a Quarto Oggiaro Sud, da Santa Giulia, belli e impossibili senza asili, scuole, servizi, a volte persino strade: microvillaggi da cinquemila abitanti nati ai confini della metropoli che devono essere saldati alla città. Racconta Nicolò Cambiaso del mensile Faber, fatto dai giovani per i giovani, quelli che «la politica tende ad escludere e incasellare » e che invece «vogliono contribuire allo sviluppo della città di domani». E racconta Marco Cogliati, di Pro Arco Sempione, della sconfitta di chi «credeva nel dialogo e si è trovato costretto da una amministrazione sorda a ricorrere alle vie legali, per difendersi dalla movida regina».

Da : Corriere della Sera – Paola D’Amico